
In questi giorni l’attenzione è giustamente rivolta a quella che potrebbe essere l’evoluzione meteo climatica dell’inizio del 2026. Si parla di freddo intenso e della possibilità che si concretizzi un vero episodio invernale. Questo scenario diventerebbe plausibile qualora la massa d’aria gelida, ormai ben strutturata sull’Europa orientale, riuscisse a spingersi verso ovest arrivando a interessare in modo deciso anche le nostre regioni.
In un recente approfondimento abbiamo messo in luce i fattori favorevoli e quelli contrari a una configurazione barica decisamente fuori dall’ordinario. Proprio per questo motivo vi invitiamo a seguire con attenzione i prossimi aggiornamenti dei modelli, perché entro pochi giorni potrebbe emergere un indirizzo evolutivo più chiaro, in una direzione o nell’altra.
Tra gli aspetti che giocano a sfavore di una possibile ondata di gelo spicca la presenza, più o meno invadente, di un robusto anticiclone di blocco. Collocato tra le Isole Britanniche e l’Europa centro occidentale, tenderà a frenare il passaggio delle perturbazioni atlantiche, favorendo al tempo stesso l’insediamento di un nucleo del Vortice Polare sull’Europa orientale.
È però utile soffermarsi sull’alta pressione perché, nel corso dell’ultimo weekend di dicembre, riuscirà a estendersi in parte anche sul Mediterraneo centrale. Questo comporterà la fine del peggioramento natalizio e l’avvio di una fase più stabile, accompagnata con tutta probabilità da un sensibile aumento delle temperature.
I valori termici, attualmente in linea con la stagione su gran parte delle nostre regioni, sono destinati a risalire e lo faranno in maniera piuttosto marcata. Dall’analisi delle diverse proiezioni disponibili emerge infatti la possibilità di un ritorno a temperature superiori alle medie del periodo.
La distribuzione del rialzo termico andrà comunque valutata nei prossimi giorni, poiché i modelli previsionali non mostrano ancora una visione univoca sull’area maggiormente coinvolta. Alcune simulazioni privilegiano il Centro Nord, altre puntano maggiormente su Sud e Isole Maggiori.
Tutto dipenderà anche dall’eventuale presenza di una goccia fredda afro mediterranea, ma di origine nord atlantica, attesa in transito sui mari meridionali. Se questa struttura depressionaria dovesse interessare quelle zone, il tempo potrebbe andare incontro a un nuovo peggioramento, con effetti anche sul fronte termico.
Va inoltre ricordato che questa area depressionaria potrebbe assumere un ruolo chiave in vista di una possibile ondata di gelo a inizio anno. La sua collocazione potrebbe infatti richiamare il freddo artico continentale, dando origine a un evento gelido di notevole portata. Si tratta però di uno scenario che andrà approfondito nei prossimi giorni e che promette di alimentare un dibattito particolarmente acceso.
Credit: analisi basata sulle proiezioni dei modelli e dei run di ECMWF, NOAA con GFS, ICON, AROME, ARPEGE
