
L’aria gelida in arrivo dai quadranti orientali è ormai alle porte e nelle prossime ore si riverserà sul Mediterraneo, determinando un deciso calo delle temperature su tutta la Penisola. Si tratterà dell’ultima vera fase fredda del 2025, quella capace di accompagnarci verso un Capodanno dal sapore decisamente invernale, con scenari rigidi da Nord a Sud.
Il gelo interesserà numerose città, con valori termici che scenderanno sotto lo zero con notevole facilità, anche grazie alla presenza diffusa di cieli sereni.
Parliamo di una fase fredda intensa ma povera di fenomeni: il classico freddo asciutto, da considerare con attenzione perché il calo termico risulterà rapido e generalizzato lungo tutta la penisola.
Il momento più rigido è previsto tra la giornata di San Silvestro e la notte di Capodanno.
Clima rigido a San Silvestro
Le temperature minime di San Silvestro, misurate alle prime luci del 31 dicembre, risulteranno particolarmente basse soprattutto al Centro e al Nord. Al Sud i valori saranno leggermente più alti, complice la persistenza dei venti di tramontana, capaci di limitare il raffreddamento notturno.
Il ruolo dell’irraggiamento notturno
L’irraggiamento notturno è il meccanismo fisico attraverso il quale il suolo disperde calore verso lo spazio. In condizioni di cielo sereno e calma di vento questo processo è massimo; al contrario, la ventilazione tende a ridurlo in modo sensibile, impedendo cali termici particolarmente accentuati.
Le città più fredde all’alba di San Silvestro
Aosta si conferma spesso il capoluogo più gelido, con temperature che potrebbero collocarsi tra meno otto e meno cinque gradi alle prime ore del mattino. Anche Trento e Bolzano potrebbero registrare valori inferiori ai meno tre o meno quattro gradi, sia a San Silvestro sia localmente all’alba di Capodanno.
Attenzione anche alle minime della Pianura Padana, che durante San Silvestro potrebbero raggiungere meno tre o meno quattro gradi nelle aree interne del Veneto, in zone come Verona, Rovigo e Vicenza, e sulle pianure tra Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna.
In modo particolare, alcune città potrebbero fermarsi intorno a meno due o meno tre gradi:
Nei centri rurali e nei piccoli paesi il freddo potrà risultare ancora più marcato. Temperature rigide anche su Torino e Milano, con valori bassi persino nelle aree centrali.
Temperature basse anche al Centro Sud
Sulle aree centrali il raffreddamento notturno sarà evidente soprattutto tra Toscana, Umbria e Lazio, dove le temperature scenderanno sotto lo zero con facilità nelle valli e nelle conche interne. Qualche grado in più lungo il versante adriatico, grazie alla ventilazione settentrionale ancora presente.
Al Sud, nonostante vento e qualche nube residua, le minime si manterranno in genere tra quattro e otto gradi, ma la sensazione di freddo sarà accentuata dalla ventilazione.
Il picco del gelo verrà comunque raggiunto durante la notte di Capodanno, quando su molte aree interne del Centro Sud le temperature scenderanno agevolmente sotto lo zero.
All’alba del primo gennaio sono previsti valori compresi tra zero e quattro gradi anche su città come:
Questa fase fredda non avrà lunga durata: tra il due e il tre gennaio torneranno correnti di scirocco, con un aumento delle temperature su gran parte d’Italia. Tuttavia il quadro resta dinamico, perché dal primo fine settimana di gennaio il freddo potrebbe nuovamente riaffacciarsi al Nord, con la possibilità di nuove nevicate.
Fonti e modelli meteo
Per questa analisi sono state confrontate le più recenti elaborazioni dei principali modelli previsionali internazionali, tra cui GFS (https://www.ncep.noaa.gov), ECMWF (https://www.ecmwf.int) e i dataset climatici e sinottici di NOAA (https://www.noaa.gov), utili per valutare intensità ed estensione del freddo su scala europea e mediterranea.
